Chiesa della Martorana a Palermo

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Palermo

Conosciuta anche come Santa Maria dell’Ammiraglio, la Chiesa della Martorana si rivela una tappa imperdibile per tutti i viaggiatori che scelgono di fare un tour a Palermo e scoprire le meraviglie della città.

Questo gioiello artistico, che si trova nel cuore del capoluogo siciliano, deve la sua denominazione al monastero benedettino femminile del 1193 istituito da Goffredo ed Aloisia de Marturano.

Vediamo, quindi, tutte la storia, le curiosità e come visitare questo magnifico monumento bizantino che ogni anno registra numerose visite.

La storia di Santa Maria dell’Ammiraglio

La Martorana di Palermo è sicuramente un monumento particolarmente affascinante in grado di narrare secoli di cultura e storia, nonché di stupire per la presenza dei suggestivi mosaici religiosi. La costruzione di questa chiesa è stata inizialmente commissionata da Giorgio di Antiochia, cristiano ortodosso di origine siriana, nonché Grande Ammiraglio di Re Ruggero. Il nome della struttura, invece, è da ricondurre al monastero basiliano femminile, ubicato nelle vicinanze, noto per l’appunto come Martorana.

Santa Maria dell’Ammiraglio in origine accoglieva le comunità cristiane di lingua araba e che seguivano il rito bizantino, questo spiega la presenza della pianta a croce greca inscritta. Furono gli albanesi, perseguitati dai turchi, a introdurre il culto, di cui si rinvengono numerose testimonianze specialmente nella pittura delle icone e nelle usanze delle colonie albanesi ancora oggi presenti in tutta la provincia di Palermo.

Per quanto riguarda la struttura della chiesa, è importante far presente che nel corso degli anni si susseguirono numerosi cambiamenti architettonici, specialmente quelli che riguardano la facciata, gli affreschi e le navate, fino a quando, nel 1870 la proprietà dell’intero edificio passò definitivamente allo stato.

Più nello specifico, fra il 1683 e il 1687 l’abside principale venne distrutta per essere sostituita con una nuova dalla forma rettangolare. Nel corso del 1740 Nicolò Palma progettò inoltre un differente prospetto rispettando lo stile barocco dell’epoca.

La scalinata antecedente la chiesa venne inserita solo nel 1873, anno in cui l’edificio fu ulteriormente ristrutturato per essere riportato all’originario splendore. Verso la fine dell’800 la chiesa rimase ulteriormente abbandonata per poi essere ripresa sul finire del XX secolo con due decorazioni musive.

Lo stile della chiesa

Una volta all’ingresso della chiesa della Martorana sarà davvero difficile non restare molto stupiti dai numerosi mosaici, specialmente quelli che si trovano nella parte più antica, ovvero realizzati fra il 1143 e il 1148 da maestranze arabe giunte appositamente in Sicilia dall’Oriente.

I restauri drastici avvenuti negli anni hanno comportato inoltre la distruzione di alcune decorazioni del ‘600, ma nonostante tutto la chiesa si trova attualmente in buono stato di conservazione, con tanti elementi barocchi, ma non solo, visto che l’edificio in definitiva fonde più stili artistico-architettonici assai differenti fra loro.

La cupola

Uno degli elementi che cattura subito l’attenzione quando si visita la chiesa della Martorana è sicuramente la cupola e in particolare le minuziose decorazioni che testimoniano la fusione di varie culture, fra cui quella araba e bizantina. Degna di nota è proprio l’immagine del Pantocratore posta sulla sommità di questa cupola, a sua volta adornata da altre figure contraddistinte dallo stile bizantino.

La frutta Martorana

Bisogna far presente che la storia di questa chiesa è strettamente legata ai dolci tipici siciliani, ovvero a quelli di frutta Martorana, venduti tutto l’anno e in particolare durante il periodo dei morti. Si tratta di specialità rinomate in tutto il mondo e che si riconoscono per l’aspetto realistico che rimanda a quello della classica frutta.

Si narra che le suore del monastero si occupavano di lavorare la pasta reale in modo da renderla simile alla frutta, quindi al fine di realizzare dolci particolari e invitanti già alla vista. Pare che l’idea di realizzare queste magnifiche creazioni sia venuta alle suore in occasione di una visita del Papa. I dolci di frutta Martorana sono facilmente reperibili non solo a Palermo, ma in tutta la Sicilia e rappresentano un simbolo della regione.

Cose importanti da vedere all’interno della chiesa

Alla luce di quanto spiegato la chiesa della Martorana brilla soprattutto per via della varietà degli stili architettonici che si sono susseguiti con il passare degli anni e che sarà possibile ammirare ammirando anche le decorazioni presenti sulle pareti. Insomma, questa chiesa rientra fra i monumenti più importanti di Palermo, tanto che fa parte del patrimonio dell’Unesco e da emozionare ogni anno turisti di ogni dove.

La chiesa della Martorana si trova nella parte centrale di Palermo e ospita i preziosi mosaici di Giorgio D’Antiochia e Ruggero II, ovvero i più pregiati di questo museo e contraddistinti da un carattere fortemente religioso. Scorrendo le varie scene non mancano quelle legate alla Madonna, fra cui la nascita e la dormitio. Il fulcro in ogni caso resta di certo la cupola con il suggestivo Cristo Pantocratore. Quest’ultimo viene raffigurato seduto su un trovo, nonché circondato dagli angeli, santi, patriarchi e apostoli.

Come visitare la chiesa

Ubicata a Palermo, in Piazza Bellini 3, la chiesa si può visitare da lunedì al sabato, dalle ore 8.30 alle 13 e dalle 15.30 alle 19. La domenica e durante le giornate festive, invece, la struttura resta aperta al pubblico dalle 8.30 alle 9.45 e dalle 11.45 alle 13.

Bisogna segnalare che l’ingresso non è gratuito ma richiede l’acquisto del biglietto, che costa 2 e 1 euro, rispettivamente nella versione intero e ridotto.

Ultimata la visita sarà inoltre possibile proseguire il tour presso la vicina chiesa di Santa Maria di Alessandria e la bellissima fontana Pretoria.