Situata al di sopra di una collina, la Timpa, che domina incontrastata sulla Riviera dei Ciclopi e sul mar Ionio, Acireale, insieme a Catania e Messina, è considerata una delle città siciliane più belle.
Famosa per il suo Carnevale e per i suoi edifici barocchi, Acireale affonda le sue radici in un passato antico e pieno di miti: per Omero era il posto in cui vivevano i Ciclopi, mentre la storia racconta che, dopo essere stata distrutta da terremoti, maremoti, incendi e altre catastrofi naturali, diventò la residenza ufficiale del re Filippo IV di Spagna, che lasciò la sua inconfondibile impronta barocca in molti edifici della città.
Il centro storico di Acireale è dominato dalla struttura imponente della Cattedrale di Acireale, costruita nel V secolo, ma riedificata in stile barocco dopo essere stata rasa al suolo nel 1693 da un terremoto provocato da un’eruzione dell’Etna.
La basilica, situata sulla suggestiva piazza del Duomo, è circondata da café e da locali in cui è possibile gustare un gelato o una granita. A pochi passi da essa si trova la Basilica dei santi Pietro e Paolo, un’altra chiesa molto importante e ben riconoscibile dalla sua gigantesca torre campanaria.
Il Palazzo Comunale invece, risalente al XVIIesimo secolo, è un mix bizzarro di barocco spagnolo e siciliano. Le sue balconate sono disseminate di gargoyles che sembrano voler spiccare il volo e scaraventarsi sulla folla tanto sembrano reali. L’entrata si trova in via Lancasteri, a fianco della piazza Duomo e, per chi desidera visitarlo, l’ingresso è gratuito.
Oltre a piazza Duomo, un’altra piazza da visitare e dove c’è una presenza a dir poco impressionante di monumenti in stile barocco è piazza san Domenico, situata alla fine di via Cavour.
Questa piazza, più piccola rispetto a piazza del Duomo, è dominata dalla facciata in stile barocco della chiesa di san Domenico. Un altro edificio molto bello, e che si trova proprio qui, è palazzo Musmeci, riconoscibile dai suoi graziosi balconi e dalle finestre in stile rococo.
Fin dai tempi degli antichi Greci, e ancora di più degli antichi Romani, l’Etna è sempre stato guardato con molto timore dagli abitanti del posto, ma anche con ammirazione, perché oltre a seminare morte e distruzione, è anche responsabile delle acque vulcaniche di Acireale.
Queste acque, conosciute fin dall’antichità, sono dotate di molte proprietà e, fin dai primi anni del XVIIIesimo secolo, sono state incanalate all’interno delle Terme di Acireale.
Le nuove terme, costruite nel 1873 e situate in via delle terme 47, durante tutto il XVIIIesimo e il XIXesimo secolo hanno visto passare numerosi personaggi illustri, come Richard Wagner e il medico Antonio Cardarelli, attratti da queste acque e dai loro benefici.
Si dice infatti che le acque sulfuree siano miracolose e capaci di trattare non solo i reumatismi, ma anche vari disturbi ginecologici, malattie della pelle e patologie parodontali.
Nel complesso odierno, oltre ai bagni nelle acque sulfuree, è possibile richiedere massaggi e trattamenti al fango per un prezzo che va dai 15 ai 30 euro. Le terme sono aperte tutti i giorni, da lunedì a domenica, dalle 09.00 alle 17.00.
Anche se i pupi siciliani sono rari da vedere al giorno d’oggi, Acireale mantiene ancora viva questa antica tradizione siciliana: non per nulla la città, oltre che per i suoi edifici barocchi, per le terme e per il suo Carnevale, è anche nota per il suo Teatro dell’Opera dei Pupi e per gli spettacoli in cui questi burattini giocano il ruolo dei protagonisti.
Il teatro, situato in via Galatea 89, è aperto da luglio a settembre, da martedì a domenica, alle 21.00 e alle 22.30. I biglietti, che costano 10 euro, devono essere acquistati prima dello spettacolo in quanto non ci sono botteghini aperti durante la giornata.
Il teatro ospita anche un museo dei pupi siciliani, in cui oltre ad una vasta collezione di pupi, è possibile ammirare da vicino alcune attrezzature antiche che venivano usate nei teatri siciliani.
L’accesso al museo (orari di apertura: da lunedì a domenica, dalle 09.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30) è gratuito.
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